*Responsabili del Laboratorio Nazionale della Formazione
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Formazione e missione: una relazione biunivoca
- 27 Febbraio 2021
- Pubblicato da: Commissione formazione
- Categoria: Formazione
di Vincenzo La Carrubba e Luca Micelli*
“Tutti i membri dell’Azione Cattolica sono dinamicamente missionari. I ragazzi evangelizzano i ragazzi, i giovani i giovani, gli adulti gli adulti, e così via. Niente di meglio di un proprio pari per mostrare che è possibile vivere la gioia della fede. Evitate di cadere nella tentazione perfezionista dell’eterna preparazione per la missione e delle eterne analisi, che quando si concludono sono già passate di moda o sono superate” (Papa Francesco al Forum Internazionale di Azione Cattolica, 27 aprile 2017).
Uno degli aspetti attorno a cui ruota l’aggiornamento del Progetto Formativo “Perchè sia formato Cristo in voi”, è senza dubbio l’approfondimento della formazione intesa già come missione e viceversa. Pur essendo da sempre una consapevolezza assodata, ci ha fatto bene ascoltare – ormai tre anni fa – queste parole che papa Francesco ha rivolto al Fiac in occasione dei centocinquanta anni dell’Ac. Ecco perché l’esigenza di ridirci ancora meglio la stretta interconnessione tra formazione e missione. A partire dal quel “dinamicamente” che richiama non tanto e non solo la necessità di andare incontro alla vita dei fratelli – secondo quella dimensione universale della fraternità richiamata nella “Fratelli Tutti” – ma anche e soprattutto la capacità di non accontentarsi delle formule già provate, di intendere la missione come una dimensione costitutiva dell’essere cristiano che coinvolge tutta la persona, la sfida, l’accompagna e la rinnova ogni giorno.
Questo richiamo ritorna spesso nel magistero di papa Francesco, e il Progetto Formativo lo esplicita con queste parole: “Una formazione che non deve però essere intesa come periodo di preparazione alla missione, ma deve essere vissuta come esperienza già in se stessa missionaria. In particolare, quando si fa riferimento all’impegno formativo dell’Ac non si intende circoscrivere l’attenzione agli incontri che seguono la proposta degli itinerari formativi, ma a tutto quello che l’associazione vive. Infatti, in associazione tutto è pensato, proposto e vissuto perché sia allo stesso tempo formazione e missione: dagli incontri in parrocchia alla presenza significativa nella città, dal sostegno alle persone più fragili alla costruzione di alleanze con altre realtà” (pag.17).
Questo aspetto è, senza alcun dubbio, dinamicamente già presente nella vita di tante associazioni, piccole e grandi, ma oggi è ancora più urgente ribadirlo e rinvigorirlo, dato il tempo complesso e incerto che stiamo vivendo. In un passaggio di Evangelii gaudium il papa afferma ancora che “Non si deve pensare che l’annuncio evangelico sia da trasmettere sempre con determinate formule stabilite, o con parole precise che esprimano un contenuto assolutamente invariabile. Si trasmette in forme così diverse che sarebbe impossibile descriverle o catalogarle, e nelle quali il Popolo di Dio, con i suoi innumerevoli gesti e segni, è soggetto collettivo. Di conseguenza, se il Vangelo si è incarnato in una cultura, non si comunica più solamente attraverso l’annuncio da persona a persona” (EG 129). Pertanto, l’evangelizzazione si trasmette – verrebbe da dire “si contagia”, per stare dentro la situazione attuale – attraverso uno stile che si incarna quotidianamente in scelte coerenti. È quanto san Francesco ripeteva ai suoi quando li invitava a predicare il Vangelo e, solo se necessario, a farlo anche con le parole.
Amiamo ripeterci che “l’Ac è qualcosa che si è, non qualcosa che si fa”. La traduzione più fedele di questo assunto è che, per noi, “la missione è qualcosa che si è, non qualcosa che si fa”.
In quest’ottica tutto cambia. La formazione che facciamo in parrocchia nei gruppi non è una preparazione sterile che poi, forse, un giorno, porterà alla missione. La formazione in Ac o abilita già di per sé alla missione, o non è formazione. Perché in quel “prendere la propria originale forma”, che è il cuore del processo di formazione di cui parla il nostro Progetto Formativo, c’è il gusto di una vita intera che “sa” di Vangelo, secondo quella etimologia ricca di significato per cui il termine “sapienza” discende proprio da “avere sapore”.
E, d’altro canto, la missione è essa stessa formazione, perché, a seconda delle esperienze in cui trova attuazione, è in grado di aprire nuovi orizzonti e percorsi, tanto nella vita del singolo quanto in quella della comunità; essa costituisce cioè una esperienza formativa, un itinerario in cui ci si scommette imparando “mentre-si-fa”. Di questo stile dinamicamente missionario sono intessute le vite straordinarie dei tanti santi e beati di Ac che ne hanno sostenuto ed accompagnato il carisma in questi oltre 150 anni: è il confronto con questi esempi che ci allena a diventare, ogni giorno, “artigiani della vita”.